martedì 22 dicembre 2009

La signora del treno

Il 19 dicembre stavo tornando a casa.
Avevo preso il treno nella stazione di Mestre (città dove vivo in qualità di studentessa universitaria) per tornare a casa mia, in Piemonte.
Ritardi, neve, freddo, disagi.
Nulla di nuovo, lo sappiamo tutti che non è consigliabile viaggiare in questi giorni.

Arrivata alla stazione di Milano Centrale, ho aspettato un'ora e mezza prima di poter prendere un treno per Torino, e scendere a Novara.
Durante quel tediosissimo lasso di tempo, ho conosciuto una signora.
Aveva circa 60 anni, bassa ma un pò corpulenta, con un fortissimo accento dell'Europa dell'est. Essendo anziana, non sapeva bene come funzionava la rete ferroviaria, sicchè abbiamo cominciato a parlare. Le ho spiegato quale treno avremmo dovuto prendere e a quale binario ci saremmo dovute recare (anche lei doveva prendere il mio stesso treno).

Tra una chiacchera e l'altra mi disse che stava andando a trovare per la prima volta la sua nipotina, a Torino. Era nata da una settimana e lei l'avrebbe vista per la prima volta quella sera stessa. Mi confessò anche di essere rumena (cosa che avevo già intuito da me) e che la sua unica figlia la stava aspettando a casa, con la bambina.
Mi rallegrai, in quanto pensai che una giornata come quella, catastrofica per migliaia di persone, per qualcun altro invece rappresentava qualcosa di veramente speciale.

Il treno arrivò ben presto.
Una massa indicibile di persone si diresse verso il binario ed io, con la mia pesantissima valigia, trovai molte difficoltà nell'avanzare. La signora mi precedette ed ogni tanto si guardava indietro, con aria preoccupata, per vedere se tenevo il passo.
"Vada avanti, non mi aspetti!" le dissi, ma la signora tornò indietro e, tra quel fiume urlante di persone, mi raggiunse per aiutarmi a trasportare la valigia. Nei suoi gesti, colsi la premura di una nonna affettuosa.
Mi aiutò a caricare la valigia sul vagone e con aria preoccupata mi intimò di sbrigarmi, prima che il vagone si sarebbe caricato completamente di persone, cosa che avvenne ben presto.
Non c'era più un centimetro quadrato libero e tutti stavamo pigiati come vacche al macello.

Durante il viaggio, stettimo in silenzio.
Ogni tanto lei mi guardava e mi sorrideva, come per dire "Visto? Ce l'abbiamo fatta".
Mi stavo già preparando il discorso da farle, per quando sarei smontata a Novara.
"Grazie per tutto quello che ha fatto per me. Tanti auguri a lei e alla sua nipotina".
Si, le avrei detto quello, prima di scendere.

Alle 17 e 45 minuti il treno arrivò a Novara.
Scesi in fretta, avevo poco tempo, c'era poco spazio e la gente borbottava. Se non mi fossi data una mossa avrei rischiato di rimanere sul treno.
Quando finalmente smontai, mi voltai per ringraziare la signora.
Era sommersa dalla gente, non si vedeva.
La cercai con insistenza tra quel gruppo compresso di corpi e teste, ma non riuscivo proprio ad individuarla. Le persone mi guardavano con aria interrogativa, dato che sembrava che avessi dimenticato qualcosa sul treno.
Ben presto le porte si chiusero e il treno partì, nelle tenebre di quella fredda sera.

Non sono riuscita a ringraziarla.
Probabilmente non la rivedrò mai più.
Non leggerà mai quello che ho scritto, non avrò più modo di parlarne nè di rivederla.

Avrà pensato che sono una maleducata ingrata e che me la sono svignata nel momento in cui non avevo più bisogno di lei...
Non riuscirò mai ad esprimerle la mia gratitudine.

So che non ci incontreremo mai più, ma... Grazie per tutto quello che ha fatto per me. Tanti auguri a lei e alla sua nipotina.

5 commenti:

  1. Non temere: per certe cose non servono le parole.
    Certamente ha compreso il tuo desiderio di ringraziarla e la tua urgenza nello scendere :-)

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  2. Lo spero... Non saprò mai cos'ha pensato, quando il treno è ripartito.
    So solo che se avesse pensato qualcosa di sbagliato, mi farebbe molto male.

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  3. Avrà certamente visto la bolgia infernale che ti trascinava via come un fiume in piena...

    "Chi si ferma è perduto!" Avrà urlato qualcuno correndo giù dal treno.

    Le sarà solo dispiaciuto di non essere riuscita a salutarti, ma di certo non potrà aver pensato male.

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  4. Spero proprio che tu abbia ragione...
    E' bello vedere come tendi a romanzare tutto, comunque. :)

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  5. Sono un scrittore: devo farlo ;)

    Magari fossi un poeta: potrei sintetizzare tutto in pochi concetti densi di significato.

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